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Oggi, domenica 18 giugno 2023 gli svizzeri hanno accolto i tre temi di portata nazionale in votazione: la riforma fiscale sull'imposizione minima OCSE/G20, la Legge sul clima e la Legge Covid-19. 


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Si conclude qui il liveblog della Keystone-ATS sulla giornata odierna di votazioni. 

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Votazioni: partecipazione nella media

L'imposizione delle multinazionali, la legge sul clima e la legge Covid-19, oggetti in votazione oggi, hanno attirato alle urne circa il 42% degli aventi diritto. Si tratta di un tasso di partecipazione nella media degli ultimi anni.
Il canton Sciaffusa, dove il voto è obbligatorio se non si vuole incappare in una multa, si è issato come al solito nettamente al comando di questa speciale classifica (63%). Secondo Zugo, dove il dato si è aggirato intorno al 50%.
In fondo alla graduatoria si trovano il Giura (32%) e Neuchâtel (36%). In Ticino hanno votato poco più del 39% degli elettori, percentuale quasi uguale a quella registrata dai Grigioni.
Gettando uno sguardo alle ultime votazioni federali, nel settembre 2022 il tasso di partecipazione (51%) era stato più alto di oggi. Allora, la riforma dell'AVS aveva fatto da traino, mobilitando una fetta di popolazione maggiore.
Nel maggio dello stesso anno però, l'affluenza alle urne era stata solo del 39% per la Lex Netflix, la donazione di organi e Frontex. Qualche mese prima, in febbraio, il voto su sperimentazione animale, pubblicità sul tabacco, imposta di bollo e aiuto ai media aveva fatto un po' meglio, ottenendo una quota del 43,5%.
Il record in materia è detenuto dal voto sull'adesione allo Spazio economico europeo (SEE) nel 1992, quando il ​​78,8% degli svizzeri aveva compilato la scheda. Nel 1974 il 70,3% degli elettori aveva partecipato allo scrutinio sull'iniziativa popolare contro "l'inforestierimento e la sovrappopolazione della Svizzera".

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La legge sul Covid è stata accolta ad ampia maggioranza, ed è la terza volta. Si tratta di una buona notizia per diverse ragioni. In primo luogo per le persone vulnerabili, dato che anche se la pandemia è finita ma il virus circola ancora. Poi per le persone che viaggiano: con questa legge è possibile fornire certificati nel caso vi fossero paesi che li richiedono. E infine per la ricerca: vi sono diversi farmaci che stanno per essere messi in commercio e la legge consentirà che si completi questo processo. 
Presidente della Confederazione Alain Berset (DFI)
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Con il sì odierno il popolo ha posto un obiettivo ambizioso. La politica climatica ha come base la politica energetica: ciò è sempre più chiaro dopo la decisione odierna. Il sì di oggi costituisce vero e proprio un compito per Consiglio federale ed economia: bisognerà produrre sempre più energia elettrica in Svizzera. Governo e Parlamento hanno pronte diverse misure in merito.
Consigliere federale Albert Rösti (DATEC)
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La Svizzera ha scelto la sicurezza e la stabilità. Il popolo ha detto sì al decreto sull'imposizione minima con un tasso di accettazione piuttosto forte. Ora sono aperta alla discussione riguardo alla chiave di ripartizione delle entrate. 
Consigliera federale Karin Keller-Sutter (DFF)
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Votazioni federali: solo 5 oggetti hanno avuto più  consensi dell'imposizione 'OCSE.

Il tasso di approvazione del 78,5% ottenuto oggi dall' 'articolo costituzionale relativo all'imposizione delle multinazionali è molto alto rispetto agli standard storici. 

Negli ultimi vent'anni, solo cinque altri oggetti in votazione hanno raggiunto valori più alti: nel 2014 il decreto federale concernente le cure mediche di base (88,1%), nel 2012, il decreto federale sul disciplinamento dei gioci in denaro  (87,1%), nel 2006 il nuovo ordinamento delle disposizioni costituzionali nel settore della formazione (85,6%), nel 2018 il decreto federale sul nuovo ordinamento finanziario (84,1%) e nel 2017 il decreto federale sulla sicurezza alimentare (78,7%).
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Conferenza stampa del Governo alle 17.15 a Berna

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Legge Covid-19 approvata per la terza volta

Per la terza volta in due anni gli svizzeri approvano la strategia di Consiglio federale e Parlamento per lottare contro la pandemia. La proroga della legge Covid-19 ha raccolto oggi il 62% di favori. In Ticino i sì sono stati il 57,8%, nei Grigioni quasi il 59%.
Solo nei cantoni Svitto, Obvaldo e Appenzello Interno i contrari sono stati in maggioranza. La più alta percentuale di approvazione è stata registrata a Basilea Città, ben 73%, ma in alcuni cantoni romandi i favorevoli hanno mancato di poco il 70%. La partecipazione al voto si situa attorno al 42%.
Alcune disposizioni della legge Covid-19 quindi rimarranno in vigore fino a giugno del prossimo anno. Gli obiettivi di questo prolungamento sono due: permettere di intervenire per proteggere le persone particolarmente vulnerabili e applicare immediatamente misure in caso di una nuova ondata pandemica, secondo Governo e Parlamento.
"Con la legge Covid 19 continuiamo a garantire che le autorità possano agire rapidamente in un'eventuale situazione di emergenza per proteggere la salute pubblica e le persone particolarmente a rischio", ha detto il consigliere nazionale dell'Alleanza del Centro Lorenz Hess, membro del comitato a sostegno della legge.
Il referendum è stato promosso dal comitato "No alle restrizioni" ed ha raccolto 56'184 firme valide. Secondo i promotori, la possibilità di reintrodurre un certificato Covid in qualsiasi momento, così come altre misure discriminatorie come il tracciamento dei contatti (sorveglianza), violerebbe i diritti fondamentali, dividendo la società in due classi. Inoltre costituisce un obbligo di vaccinazione mascherato, contrario alla libertà di vaccinazione sancita dalla legge.
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Imposizione multinazionali: 78,5% di sì all'articolo costituzionale

Via libera all'articolo costituzionale relativo all'imposizione delle multinazionali, che segue quanto preconizzato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dal G20. Il popolo e i cantoni l'hanno approvato oggi in modo nettissimo, con una percentuale di preferenze del 78,5%. La partecipazione al voto è stata del 41,8%.
Tutti i cantoni hanno largamente appoggiato il progetto con percentuali che vanno dal 72,8% di Uri all'85,7% di Vaud. Il Ticino si piazza fra i leggermente meno entusiasti, con un 75,8% delle preferenze, mentre i Grigioni sono poco sopra, con una quota del 77,7%.
Complessivamente le percentuali più schiaccianti sono state registrate nei cantoni romandi. Dopo Vaud, Ginevra (85,6%) e Neuchâtel (84,7%). Sull'altro fronte, se così possiamo dire vista l'entità dei dati, c'è la Svizzera tedesca, centrale e alpina. Dopo Uri, troviamo Glarona (73,3%) e Berna (74,9%). A Zurigo la percentuale di favorevoli è stata del 76,6%, mentre a Zugo e Basilea Città, due cantoni sede di molte multinazionali, rispettivamente dell'82,3% e dell'81,3%.
Il testo prevede un'aliquota fiscale di almeno il 15% sugli utili delle multinazionali il cui fatturato supera i 750 milioni di euro. Insieme ad altri 140 Stati circa, la Svizzera dovrà introdurre la nuova norma dal 1° gennaio 2024.
In base alle stime sono all'incirca 200 le società elvetiche e 2000 le filiali di multinazionali attive nella Confederazione interessate da questo modello di tassazione. Il gettito fiscale supplementare è stimato fra 1 e 2,5 miliardi di franchi nel primo anno.

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Il PS e i Verdi pensano già ai prossimi passi

Sulla scia del "sì" del popolo svizzero alla legge sul clima, il leader del gruppo parlamentare socialista Roger Nordmann si è detto convinto del fatto che siano necessari ulteriori investimenti per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. L'iniziativa di un fondo per il clima, lanciata dal PS e dai Verdi, permetterebbe di finanziarli. Il testo chiede di investire ogni anno dallo 0,5% all'1% del PIL nella transizione ecologica.
I consiglieri nazionali Balthasar Glaettli (Verdi/ZH) e Roger Nordmann (PS/VD).
I consiglieri nazionali Balthasar Glaettli (Verdi/ZH) e Roger Nordmann (PS/VD).
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Anche Zurigo scrutinata

Questi i risultati definitivi della votazione odierna:
  • Imposizione minima: accolta dal 78,5% dei votanti
  • Legge sul clima: approvata nella misura del 59,1%
  • Legge sul Covid-19: 61,9% di voti a favore

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Zurigo/Winterthur (ZH): accolto salario minimo comunale

Gli aventi diritto di voto delle città di Zurigo e Winterthur (ZH) si sono pronunciati a favore dell'introduzione di un salario minimo. Finora in Svizzera questa rimunerazione non era mai stata introdotta a livello comunale. Lo stipendio minimo del capoluogo sarà di 23,90 franchi all'ora; di 23,00 franchi nella sesta città svizzera per numero di abitanti.
A Zurigo il progetto ha raccolto il 69,4% di consensi (partecipazione al 46,8%), a Winterthur il 65,5% (48,0%). A livello cantonale, il salario minimo esiste già a Neuchâtel, nel Giura, a Ginevra, Basilea Città e in Ticino. Il salario minimo più alto si trova a Ginevra, con 23 franchi.
All'origine delle votazioni nelle due maggiori città zurighesi vi erano iniziative popolari promosse da sindacati e associazioni benefiche. Quella a Zurigo è stata ritirata: il corpo elettorale si è espresso su un controprogetto, molto simile in termini di contenuto, contro il quale la destra ha lanciato con successo il referendum. Il testo era sostenuto da PS, Verdi, Alleanza del Centro, Partito evangelico, Lista alternativa (estrema sinistra) nonché dal Municipio.
A Winterthur si votava sull'iniziativa, sostenuta dall'esecutivo cittadino, ma bocciata dal Consiglio comunale.
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In attesa di Zurigo


La città di Zurigo è l'unico comune a non essere ancora stato scrutinato...